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Storia
Non tutti i birrai sono contadini, anche se amano la propria terra e vorrebbero raccontarla nei propri prodotti. Il Consorzio risponde anche a questa esigenza, permettendo a tutti di raccontare l’Italia, la sua terra ed i suoi frutti sulle tavole di tutto il mondo.
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I 5 soci fondatori

Teo Musso

Marco Farchioni

Vito Pagnotta

Giorgio Masio

Giovani Toffoli

È dunque con questo spirito che, nei primi anni del nuovo millennio, i birrai raccontano storie e territori attraverso le castagne o il farro, attirando l’attenzione dei consumatori internazionali ed italiani. Questo lavoro di ricerca non si esaurisce con questi due primi prodotti, ma vediamo i birrai spingersi sempre più a fondo nel desiderio di caratterizzazione. Troviamo quindi riso venere o carnaroli piemontese, grani antichi siciliani, pesche di Volpedo, agrumi campani, fichi in Sardegna e Cilento, canapa, miele e quant’altro il territorio intorno al birrificio possa offrire. Grazie a queste sperimentazioni si pongono le basi del primo stile brassicolo italiano: le Italian Grape Ale. Lo sposalizio tra vino e birra racconta un territorio e una tradizione in un modo che riesce ad affascinare consumatori in tutto il mondo. Ogni regione ed ogni birraio lo interpreta in modo diverso, con uvaggi e lieviti distinti a seconda di estro e latitudine.

Tuttavia, è solo nel 2010 che la birra inizia a legarsi indissolubilmente con il territorio, quando il Decreto Ministeriale n. 212 di settembre 2010 dichiara la birra “attività connessa alla produzione agricola” quando la prevalenza (il 51%) della materia prima secca sia autoprodotta. Nascono dunque i birrifici agricoli, produttori di cereali che maltano il proprio orzo e producono la propria birra.

Da questo momento in poi molti produttori si avvicinano alla birra e molti birrifici si avvicinano alla terra. Ad unirli la filosofia della materia prima da filiera agricola italiana

Benché il luppolo fosse coltivato in Italia sin dal 1876, grazie al marchese Raimondo Montecuccoli nel comune di Marano sul Panaro, coltivazione ripresa nel 1927 dal Sig. Militone Moretti a Piegaro, in provincia di Perugia, è solo dopo il 2010 che risveglia l’interesse dei produttori italiani di birra ed acquisisce nuova dignità commerciale. È in quegli anni che sorge la coltivazione italiana del luppolo. 

Non tutti i birrai sono contadini, anche se amano la propria terra e vorrebbero raccontarla nei propri prodotti. Il Consorzio risponde anche a questa esigenza, permettendo a tutti di raccontare l’Italia, la sua terra ed i suoi frutti sulle tavole di tutto il mondo.